Le crisi d’azienda e il ruolo dell’esperto valutatore

 
Articolo pubblicato da “Il commercialista telematico” in ottobre 2016 
 

1.1 – Inquadramento, definizioni e cause

Per chi si occupa di valutazioni d’azienda, il caso di valutazione di un’azienda che si trovi in stato di crisi rappresenta un caso particolare; l’azienda è infatti in uno stato di sofferenza e i normali metodi di valutazione vanno filtrati e adattati al contesto reale di crisi in cui l’azienda si trova; il valutatore deve, in altri termini, adoperare occhiali un po’ diversi da quelli che adotterebbe in un’azienda in normali condizioni di operatività. E’ inoltre necessario che il valutatore possegga capacità ed esperienza di commercialista aziendalista e sia pertanto in grado di comprendere e valutare le condizioni che hanno condotto alla crisi, nonché il percorso effettuato dall’azienda fino al momento della valutazione e le prospettive future.

Di seguito verranno tenuti in considerazione sia gli aspetti giuridici (codice civile e legge fallimentare), quasi sempre presenti nel caso di crisi d’impresa, sia gli aspetti economico-aziendali, cercando di unire le due visioni di un problema che, in realtà, è unico

Si è fatto inoltre riferimento, ove possibile e/o praticabile, ai PIV (Principi italiani di valutazione) emessi da OIV (Organismo italiano di valutazione) nel luglio 2015. Essi costituiscono una novità assoluta nel panorama professionale nazionale e sebbene non abbiano avuto ancora riconoscimenti ufficiali da Enti di controllo quali la Consob, la Banca d’Italia, il MEF (Ministero dell’economia e delle finanze), costituiscono un punto di riferimento autorevole sull’argomento. Sebbene i PIV non prevedano un apposito riferimento alle situazioni di crisi d’azienda, da essi è possibile trarre qualche utile indicazione.

Per quanto concerne il significato, il contenuto e il contesto nel quale operano i PIV, vedasi l’articolo https://www.angelofiori.it/principi-italiani-di-valutazione-piv-emessi-da-oiv/):

Occorre premettere che la crisi costituisce un fenomeno tutt’altro che straordinario, ma al contrario, fa parte della normale dinamica della vita dell’azienda, che agisce in un contesto di mercato sempre più complesso. Inoltre gli epocali cambiamenti dell’economia e della vita aziendale nell’ultimo ventennio (l’internazionalizzazione e la globalizzazione, i frequenti cambiamenti nella tecnologia, i flussi migratori che hanno interessato il mercato del lavoro, solo per citarne alcuni) hanno accentuato la probabilità che l’azienda prima o poi, nel corso della sua vita, debba attraversare un periodo di difficoltà più o meno accentuate. La crisi economica che dal 2011-2012 ha colpito duramente il tessuto economico italiano, come conseguenza di una crisi a livello mondiale, rende inoltre più attuale che mai esaminare e comprendere la fattispecie dell’azienda in crisi, ai fini della sua valutazione.

Risulta preliminarmente necessario definire e inquadrare i concetti di stato di crisi e di insolvenza aziendale.

La definizione di “stato di crisi” non si trova in alcuna parte della nostra legislazione; in essa in più contesti viene menzionato lo “stato di insolvenza” e la figura dell’imprenditore insolvente (art 5 legge fallimentare, art 1186, 1943, 2221 del codice civile). La nostra legislazione si preoccupa infatti di regolamentare lo stato di insolvenza, cioè le situazioni in cui l’azienda ha una mancanza di liquidità, assoluta e definitiva, che non permette di adempiere le obbligazioni contratte, o addirittura compromette la stessa continuità aziendale.

L’insolvenza è dunque, nella maggior parte dei casi, uno stato di crisi irreversibile, nel quale l’imprenditore è nell’incapacità di adempiere alle proprie obbligazioni. L’individuazione dello stato di insolvenza presuppone l’analisi di dati soprattutto di origine storica; al contrario, lo stato di crisi viene individuato soprattutto grazie a dati e informazioni prospettiche (business plan, budget etc), al fine di comprendere il rischio aziendale di non essere in grado di adempiere alle proprie obbligazioni sia attuali ma anche future,. Mentre l’insolvenza rappresenta quindi sicuramente uno stato di crisi, non è detto che ogni stato di crisi sfoci in un’insolvenza.

L’articolo è stato aggiornato nel febbraio 2018 (vedi par. 6) con la Legge 19-10-2017 n. 155, che sta cambiando lo scenario di riferimento per le procedure concorsuali e la gestione delle crisi d’impresa

L’intero articolo aggiornato è qui disponibile AF-Valutaz aziende in crisi e ruolo valutatore – Aggiornam febbr 2018