Essere assertivi
Angelo Fiori – Ottobre 2014L’assertività, ovvero l’essere assertivi, è una importante capacità, fra quelle di tipo relazionale, che un individuo dovrebbe possedere. Nell’ambito lavorativo, ma anche nella vita più in generale, l’assertività dovrebbe far parte del bagaglio di ciascuno di noi. Essa fa parte della più generale categoria di qualità che possiamo racchiudere nella cd intelligenza emotiva
Il comportamento assertivo è quel comportamento attraverso il quale si affermano i propri punti di vista, senza forzare o approfittare e, al contrario, senza subire o essere prevaricati. Si esprime attraverso la capacità di utilizzare in ogni contesto relazionale la modalità di comunicazione più adeguata. Con essa viene adottato uno stile, nel comunicare con gli altri, che permette all’individuo di esprimere le proprie opinioni, le proprie emozioni e di impegnarsi a risolvere in modo pacato e con un atteggiamento positivo le situazioni e i problemi che bisogna affrontare. Si capisce pertanto come questa qualità o competenza sia di fondamentale importanza per un professionista nello svolgimento della propria attività
Si precisa preliminarmente che non esiste una risposta assertiva definibile in modo assoluto e valida in ogni contesto e in ogni momento. Essa deve essere valutata all’interno della situazione sociale e relazionale: è quindi un processo continuo di aggiustamento della propria prestazione comunicativa.
Per migliorare la propria assertività occorre sviluppare nuove abitudini di comportamento e perfezionare l’educazione dei sentimenti e delle emozioni. Familiarizzarsi con il mondo dei sentimenti richiede, infatti, “un’educazione sentimentale”. La struttura concettuale dell’assertività è l’ordine che ciascuno pone nella propria vita, quando con maggiore consapevolezza pensa a se stesso e interagisce con le altre persone.
Se vogliamo sezionare le componenti del comportamento assertivo, potremmo dire che esse è composto di 2 parti. La prima parte è costituita dalla libertà come capacità dell’individuo di liberarsi dai condizionamenti ambientali negativi e comprende: (a) la conoscenza di sé e della propria personalità, (b) l’idea della reciprocità, ovvero il diritto di comunicare desideri e convinzioni, e di perseguire obiettivi individuali, viene riconosciuto anche agli altri
La seconda parte riguarda la capacità di esprimersi in modo più evoluto ed efficace, tradotta quindi in abilità non verbali e verbali, e, più in generale, in competenza sociale. Tale aspetto è stato definito da L. Philips (1968) come “l’ampiezza con cui l’individuo riesce a comunicare con gli altri, in modo da soddisfare diritti, esigenze, motivazioni e obblighi, in misura ragionevole e senza pregiudicare gli analoghi diritti delle altre persone, in forma di libero e aperto dialogo”.
Può essere utile, a questo punto esprimere le caratteristiche opposte, che si discostano dal paradigma del comportamento assertivo.
Caratteristiche del tipo aggressivo – Il soggetto con questo stile è una persona che non rispetta gli altri, è concentrato sui propri desideri senza badare a coloro che gli sono intorno. Per fare questo utilizza qualsiasi mezzo a propria disposizione, anche distruttivo e violento. La tendenza è quella di dominare gli altri e l’unico obiettivo che si pone è il potere personale e sociale. Alla base di questo tipo di comportamento vi sono ancora delle componenti d’ansia accompagnate però da rabbia e ostilità.
Caratteristiche del tipo passivo – Il soggetto con uno stile di comunicazione passivo pensa più ad accontentare gli altri che non se stesso, è facilmente influenzabile e subisce le situazioni senza opporsi. È un soggetto che ha un’elevata ansia sociale, che non riesce ad esprimere adeguatamente i propri bisogni e le proprie esigenze. Il suo obiettivo è ottenere il consenso di tutti ed evitare qualsiasi forma di contrasto con gli altri. Nel breve termine questo tipo di atteggiamento è utile per ridurre l’ansia, ma finisce col limitare notevolmente la capacità dì azione della persona.
Quali sono le componenti dell’Assertività
- Autostima – Essa è il giudizio che ogni individuo dà del proprio valore. E’ anche avere fiducia nelle proprie capacità di pensare, scegliere e prendere decisioni. Essa si può modificare durante l’intera vita influenzata da successi e fallimenti, passati, presenti, temuti per il futuro.
- Saper ascoltare – Spesso lamentiamo che gli altri non ci ascoltano, ma chiediamoci anche se noi sappiamo ascoltare gli altri.
- Assumere rischi – Spesso siamo bloccati dalla paura di sbagliare, ma la vita è spesso un gioco rischioso. Dobbiamo essere in grado di accettare i rischi.
- Saper dire di no – Fondamentale è saper dire di no senza sentirsi in colpa. Ovviamente il nostro “no” và motivato, spiegato, espresso in modo non aggressivo suggerendo delle alternative.
- Capacità di gestire i conflitti – E’ essenziale non esasperare i conflitti, ma gestirli in modo appropriato, cercando di smussare gli angoli
- Ammettere i propri errori – Sbagliare non è piacevole, ma è ancora più spiacevole scoprire di essere così poco importanti che non se ne accorge nessuno.
- Criticare in modo costruttivo – Affrontare il problema in maniera razionale, obiettiva, non emotiva. La critica va espressa in maniera impersonale senza ferire l’altro. Quindi la critica deve riguardare più il comportamento che non la persona.
Tenere anche presente che in genere i primi momenti di una relazione interpersonale sono i più importanti, quindi dedicare tempo e attenzione al contatto iniziale. E’ i questo momento che il comportamento assertivo ci identifica in modo positivo nei confronti dell’interlocutore
Essere assertivi non è facile, costa sacrificio ed esercizio costante al fine di ottenere risultati soddisfacenti. Importante è iniziare a praticare i vari passaggi ed esercizi, se non tutti insieme, anche uno alla volta. Come si è riusciti superarne uno, passare a quello successivo. Come recita un aforisma zen “un cammino è fatto di mille passi“.