La corruzione in Italia e nel mondo – Trasparency International

Angelo Fiori – Settembre 2014

 

Partiamo da una promessa. La corruzione costa all’economia, essa infatti funge da freno agli investimenti e incide negativamente sul PIL. La corruzione, abbinata alla criminalità organizzata, provoca infatti un cd deficit di reputazione, che allontana gli investimenti, soprattutto stranieri

Come più volte rimarcato dalla Banca Mondiale, se la corruzione fosse efficacemente aggredita porterebbe a un aumento del reddito stimato superiore al 2,4% con effetti benefici anche sulle imprese che crescerebbero del 3% annuo in più. Ancora più netta Transparency International, secondo cui ogni grado di aumento del livello della corruzione riduce di circa il 16% gli investimenti stranieri diretti.

Al fine di monitorare in qualche modo il fenomeno della corruzione nel mondo, esiste Trasparency International, organizzazione internazionale senza fine di lucro, fondata nel maggio del 1993 a Berlino, dove attualmente si trova la sede centrale, su iniziativa di Peter Eigen, direttore di una sezione della Banca Mondiale

A partire dal 1995 Trasparency International ha sviluppato l’Indice di corruzione – Corruption Perception Index (CPI), una lista comparativa della corruzione in oltre 170 paesi del mondo, che viene aggiornata e pubblicata ogni anno verso il mese di dicembre. Il CPI classifica le nazioni con il maggior indice di corruzione basando i propri dati su interviste fatte a imprenditori e operatori economici in genere.

Il CPI prevede un punteggio da zero (corruzione massima) a 100 (corruzione nulla), classificando ciascuna delle nazioni incluse nell’indice. Nell’ultimo CPI disponibile, quello del 2013, la Danimarca la Nuova Zelanda sono al 1° posto, a pari punteggio, con 91 punti, mentre Afghanistan , Somalia e Korea del nord sono in coda con un punteggio di 9. Dov’è situata l’Italia? Purtroppo solamente al 69° posto con un punteggio di 43, circondata da Brasile, Giordania, Arabia Saudita, Romania. La classifica completa dell’indice CPI 2013 la trovate qui. Se volete esaminare il Global corruption barometer 2013 con metodologie, commenti, etc in formato pdf, lo trovate qui

I dati si basano su un sistema di rilevazioni attraverso interviste, che quantificano la percezione del fenomeno corruzione da parte degli intervistati. La corruzione è infatti chiaramente un fenomeno illegale e sotterraneo, non esistono pertanto possibilità di rilevazione oggettiva; i casi rilevati, che transitano dai tribunali, sono un percentuale minima del fenomeno. Pur con le precauzioni del caso, gli indici di Trasparency International, che ha sviluppato un’esperienza pluridecennale nel monitorare il fenomeno nel mondo, possono essere presi come ordini di grandezza e di confronto fra i diversi pesi del mondo. Essi ci permettono quindi di capire come siamo collocati e come ci possiamo confrontare con gli altri.